Una delle cose più difficili da eliminare, almeno per me è la faccenda del “ricatto” nell’educazione: “fai questo oppure non mangi quello” “mangia questo altrimenti non andremo lì”…ci sono buone pratiche o anche linguaggi che possono aiutare a superare questa schema abitudinario? E’ un comportamento davvero sbagliato o ci sono casi in cui è possibile utilizzarlo?
Grazie a chi risponderà.
I bimbi hanno bisogno di piccole regole, che lo aiutino con la crescita, nei primi anni di vita per un genitore può diventare difficile soprattutto per paura di incorrere in effetti sbagliati, la cosa più giusta da fare è quella di porsi al bambino sempre con estrema delicatezza, cercando di mettersi alla stessa altezza e argomentare ciò che si sta spiegando, ovviamente per i bimbi da 0 a 12 mesi sembrerà più difficoltoso, ma vedrai che usando un tono dolce e mettendoti alla sua altezza, lui capirà ciò che stai spiegando.
I no molte volte sono necessari.
Buona sera Signora Lara, sono una Psicologa di Novara e direi che ha ragione. il bambino/a deve anche giocare con il cibo e sporcarsi. Le lascio il mio numero fisso se vuole può telefonarmi così ci possiamo confrontare e chiarire il rito sul mangiare e il suo piacere. Dott.essa Marzia Tabarelli de Fatis
Più che il ricatto conviene dare poche ma chiare regole in modo che il bambino sappia che se le infrange ci sarà una data conseguenza, per esempio: deve assaggiare almeno un cucchiaio di quella pietanza altrimenti non farà una cosa che gli piace. Ma senza star lì a combattere ogni volta, piuttosto faccia un cartellone in cui le regole e le conseguenze siano espresse chiaramente, così non ci saranno margini di protesta da parte del bambino e lei potrà essere più ferma nel farle seguire.
In questo modo si rompe lo schema del ricatto continuo perché le cose sono più chiare. Spero di esserle stata utile.
Salve , è sbagliato trattare una situazione, come ad esempio mangiare, ponendo una punizione se suo figlio non lo vuole fare o fa capricci. Mi spiego, partiamo dal presupposto che i figli fanno capricci e non ubbidiscono perché vogliono vedere fino che punto il genitore arriva prima di arrabbiarsi (,classico esempio quando ti guardano con quello sguardo di sfida ad un tuo “non si fa”) , è parte della crescita e lo è stata per ognuno di noi. Quando un figlio non vuole mangiare, non deve poi farlo perché altrimenti verrà punito, ma spiegate che deve farlo perché è giusto che lo faccia, perché gli fa bene mangiare e se non mangia poi non cresce e non diventerà forte come il papà o come la mamma. Ovviamente è una mia opinione, insomma i figli devono agire in un certo modo perché, semplicemente, è giusto farlo e non perché altrimenti non può giocare con la Playstation o cose simili. Ritroviamo lo stesso principio delle leggi : i reati sono tali perché c’è una legge che lo vieta, se si infrange si paga una multa o si va in galera (e come ben si sa dai tanti fatti di cronaca, vengono commessi reati di ogni genere) , invece “fare la cosa giusta nel rispetto degli altri” ,dovrebbe essere l’unica regola. Ma questa è una mia modesta opinione e spero di averla aiutata. Non sono un educatrice professionale ma ho seguito un percorso di studi inerenti al servizio sociale e infanzia. Buona serata